I miracoli di Gesù

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Gesù ridà la lingua e la parola a Callisto, lo schiavo di Claudia Procula (563.6)

"Può Dio essere con un malvagio? Parlo del vero Dio, non dei vostri idoli che sono deliri di chi cerca ciò che sente essere senza sapere cosa è, e si crea dei fantasmi per appagare la sua anima."
"Non... direi. No. Non direi. I nostri stessi
sacerdoti perdono il potere come cadono in colpa."
"Quale potere?"
"Ma.. quello di leggere nei segni del cielo e nei responsi delle vittime, nel volo, nel canto degli uccelli. Sai... Gli àuguri, gli aruspici..."
"So, so. Ebbene? Guarda. E tu alza il capo e apri la bocca, o uomo, che un crudele potere umano privò di un dono di Dio. E per volere del Dio vero, unico, Creatore di corpi perfetti, abbi ciò che l'uomo ti ha tolto."
Ha messo il suo dito bianco nella bocca aperta del muto. La liberta, curiosa, non sa trattenersi là dove è, e viene avanti a guardare. Claudia è tutta curva ad osservare. Gesù leva il dito gridando: "Parla, e usa la parte rinata per lodare il Dio vero."
E, improvviso come uno squillo di tromba da uno strumento sino allora muto, gutturale ma netto risponde un grido: "Gesù!" e il nero cade a terra piangendo la sua gioia e lecca, veramente lecca i piedi nudi di Gesù come potrebbe fare un cane riconoscente.